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giovedì 25 maggio 2017

Venete sull'orlo del fallimento: Renzi c'è e intorno solo mugugno

Due parole sulle banche. Dipendenti e correntisti salvati, nessuna disparità di trattamento e una nuova disciplina per evitare altri fallimenti: il bilancio dei 1000 giorni di Renzi sulle banche è lì da vedere e l’ex premier può andarne orgoglioso. Ma il dissesto c’è e chi è causa del suo male invece di piangere se stesso -  azionisti, obbligazionisti subordinati, vecchi gestori e governanti - intona il «piove governo ladro». Grillo e i suoi si uniscono al coro con cinismo e nessun annuncio di affidabilità rispetto alle proprie competenze e senso dello Stato. 





La notizia è che Bruxelles per autorizzare il salvataggio di Stato delle banche venete pretende oltre un miliardo in più di concorso del capitale privato. E investitori privati disponibili a investire non ce ne sono. Tanto più che il quadro delle azioni di risarcimento da parte dei piccoli azionisti ancora non è chiaro. Chiusa dopo la proroga l’offerta di riscatto delle quote dei vecchi azionisti, le banche venete si sono alleggerite di oltre 400 milioni e restano a rischio di azione legale del 30% dei vecchi azionisti restanti.



In tutto questo non c’entrano nulla né i grillini ovviamente né i piddini dacché è stata defenestrata la classe dirigente che in bene o in male ha governato in passato e può anche in via solo teorica avere remote responsabilità sul dissesto bancario ancorché non veneto.

Sul terreno di un dissesto rispetto al quale il Pd di Renzi non ha alcuna responsabilità il governo ha agito con una legge bancaria, con un piano da 20 miliardi su MPS, e con una legge sulle banche popolari per evitare che i casi veneti si ripetessero. Tutti questo mentre Padoan fiducioso getta acqua sul fuoco e assicura che il fallimento delle venete non ci sarà.

Si stanno applicando i trattati europei, non sono state fatte disparità tra istituti di credito, anzi sono state rimosse quelle di un tempo. Sono stati salvati finora non solo i correntisti ma i dipendenti delle banche.



Grillo dovrebbe parlare di questo.

Una forza politica che ambisca a governare dovrebbe avere modo e strumenti per entrare nel merito e non fare gallinaio sulla contraddittorietà eventuale delle dichiarazioni di qualche politico, tantomeno inseguire i lanci editoriali del giornalista del momento.

L’ultima di Grillo è accusare il PD di non volere la commissione di inchiesta sulle banche, quando, lo ricordiamo, è stato Renzi a chiederla dall’Assemblea Nazionale PD e a considerarla una vera arma politica nei confronti della sinistra. Stiano tranquilli i grillini se qualcuno mirava a far scappare a Renzi la voglia di aprire la commissione d’inchiesta, non raggiungerà lo scopo.




Monica Montanari




Fonti e Documenti


Offerta delle banche venete ai piccoli azionisti sul Sole 24 ore
Bruxelles pretende oltre un miliardo su La Repubblica

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