domenica 12 febbraio 2017

Unica possibilità alternativa al voto

Noi siamo per la scissione e voto subito ma Antonio Baroncini propone: il segretario e l'assetto del Pd devono venire fuori dal Congresso; vinciamo le elezioni con Renzi segretario, quindi, Renzi premier. Se si ritengono non compatibili le due cariche, Orlando e Giachetti in subordine.



D'Alema, Bersani, Berlusconi e i poteri forti della vecchia politica hanno sempre avuto un solo e unico bersaglio: fare fuori Matteo Renzi.
Lo statista toscano ha surriscaldato la politica con l'etica del fare, con l'abbrivio di un riformismo da realizzarsi a qualunque costo, ha dialogato con tutti senza censure, ha tenuto il polso fermo sfoderando un decisionismo irriverente.

I nomenclatori della vecchia classe dirigente - o coloro i quali si sono sentiti chiamati in causa in quanto tali - non hanno potuto tollerare tanta azione, tanta fattualità, tanto far procedere alle parole i fatti (emblematico: il patto del Nazareno, affrontato davvero sul serio da Renzi, interpretato come una mangiata insieme da Berlusconi).

Renzi e la classe dirigente che era ed è con lui (lo spero proprio, ma lunedì un po' di conta la faremo comunque) hanno inaugurato a sorpresa una stagione politica inedita e sorprendente. Irta di imperfezioni e giammai levigata, ma vera, autentica, convincente, decisa, veloce, solerte, antiburocratica e audacemente irriguardosa verso le liturgie di quella che molti chiamano - con attribuzioni del tutto rovinate - "la casta".

Fino alle ultime amministrative ci hanno pensato i pentastellati a fare il lavoro sporco, lasciando la minoranza Dem e il Cavaliere (che ormai da molti mesi - direi anni - remano nella stessa direzione e si lanciano languide occhiatine da innamorati) piuttosto tranquilli. La fulgida rivelazione del M5S a Torino e a Roma non ha però fatto fuori l'uomo del Valdarno.

Il quale, manco a dirlo, si è lanciato, con pochissima cautela, ma con una spontaneità ed un entusiasmo che ho condiviso totalmente, nella campagna referendaria. Se la tripletta di politicanti di cui sopra avesse realizzato anche solo un terzo della Riforma Costituzionale Boschi-Renzi e con mancati affinamenti ancora più vistosi, avrebbero fatto carte false per farla passare in Parlamento. Ma non la hanno fatta loro: per voluta incapacità, per compiaciuta stasi istituzionale, per un tirare a campare che è stato lo stemma della politica di destra e sinistra degli ultimi vent'anni. Prodi a parte, puntualmente fatto fuori dall'orrido Bertinotti e dal Rasputin con i baffetti.

Socialdemocrazia, liberaldemocrazia: parole insopportabili per la vecchia sinistra e per quell'accozzaglia che passa per destra. Hanno messo in campo vecchie glorie della sinistra storica: l'Anpi, la Cgil (so cose terribili che qui non dico perchè ben consigliato dal mio avvocato). Hanno tirato fuori dalle arche i corpi degli eroi della Prima Repubblica. Si sono serviti di costituzionalisti di parte e di comici strapagati e di giornalisti la cui mercede appagante consiste nella liberazione del livore incancrenito nelle viscere. Hanno ingannato il popolo, complice l'astro fulgido del M5S, senza il quale il Sì avrebbe stravinto.




Perso il Referendum, Renzi fatto finalmente fuori una volta per tutte. Niente da fare. Il giovanotto di Rignano ha preso una bruttissima botta, ma si sta rialzando in piedi. Con qualche assist per la sua affermazione. Il mito pentastellato sta cominciando a franare e a breve la caduta libera sarà constatata. La destra rimane smembrata, inerte e non componibile, con un leader del tutto decaduto. La sinistra a sinistra del Pd conta un partito o un movimento per ogni suo componente e tutti l'un contro l'altro di sospetto e congiura armati.

Se il Pd fosse unito e presentasse un programma compatto e coerente, in pochi mesi e senz'altro con molta fatica e qualche alleanza un po' tirata per i capelli (non parlo della Destra), riuscirebbe di nuovo ad imporsi con un Renzi rinnovato e ancora più deciso.

Questa possibile vera autentica rottamazione e l'affermazione dell'usurpatore dei valori della Sinistra ha fatto levare di nuovo gli scudi di una vera e propria Controriforma di stampo clericale. Con lo scopo di finire quello che non si è ancora ultimato: l'uccisione del colpevole, la tirannomachia di chi ha osato fare politica vera, primo dopo tantissimo tempo.

E finalmente ritornerebbero le correnti, il proporzionale puro, tre governi o più all'anno, un Pil continuamente al ribasso, una perdita di fiducia internazionale e gli italiani che continuano a dire che è tutta colpa dei politici. Tutto questo è ciò che vogliono D'Alema, Bersani e Berlusconi.
La mia ricetta: che il Pd regoli i conti in casa subito, prima che sia sfiduciato da tutti. Si parla di valori e di politica: giustissimo, d'accordo con la Bad Godesberg di Orlando. Ma prima ci si deve chiarire e ognuno deve dire da che parte sta e con chi, pena uno stillicidio perpetuato all'infinito.

Congresso e primarie, con voce alla base, agli iscritti prima e a quanti vogliono poi, come prevede lo Statuto veltroniano. Chi c'è c'è! Chiarezza, nella quale si compongano le varie voci senza pericolosi e squallidi sbandamenti in un verso o nell'altro.

Intanto il Parlamento, per una volta, lavori. Come, lodevolmente, sta facendo il governo Gentiloni. E scriva una bella e giusta legge elettorale, del tutto omologa per la Camera e il Senato. Poi, probabilmente ormai a legislatura ultimata, si va a votare per le politiche nazionali. Sul dopo parleremo a suo tempo.

Per quanto riguarda la mia persona, confermo lealtà e fiducia nel segretario Matteo Renzi, mio candidato alla guida del Pd e mio candidato alla Presidenza del Consiglio. Si dovessero separare gli incarichi, Orlando o Giachetti alla guida del Pd e sicuramente Renzi al Governo dritto per cinque anni di fila. Con le Riforme in vista, senza inciampi e senza i cascami di una classe politica che dirigente non è mai stata e che, francamente, ci ha deluso molto, moltissimo.

Un sedicesimo di politica: un centrosinistra socialdemocratico liberale, molto vicino all'Spd, al Labour e ai Democrats. Lavoro e mercato, welfare e impresa, merito e prestigio, realizzazione e modernità!

Con un palinsesto siffatto potremo dialogare con la Germania di Schulz o della Merkel (entrambi politici di assoluto riferimento) e rinnovare l'Europa contro i nefasti populismi antisistemici e violenti della Le Pen, dei Neonazisti, di Putin, di Erdogan, dell'imbarazzante Trump e, dulcis in fundo, degli amati pentastellati!

La giornata di lunedì prossimo 13 febbraio dovrà segnare un passo in questa direzione!!!!


 Antonio Baroncini




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