sabato 9 aprile 2022

Lettera aperta alla Russia

(così poi bombardano Casa Bonaparte che noi non siamo mica ucraini a noi ci ammazzano come gatti)

di Monica Montanari

Non so come faremo a guerra finita a cominciare la giornata senza le vostre rodomontate: che i missili volano da soli, che gli Ukraini si suicidano per bellezza, che se mandiamo le armi voi fate la guerra agli Stati Uniti (questa è di stamattina). Il Patriarca Kirill ha esortato i russi a farsi forza perchè hanno contro l’intero mondo. E ciò è rivelatore. Avete con voi la Cina e l’Iran che sono quasi la metà del mondo… la frase di Kirill dice una cosa bellissima, che per voi il mondo siamo noi, i maledetti occidentali. Ma se è così, cosa aspettate? 

Noi vi aspettiamo dall’89. Basta la forma democratica, e guardate che il tutto si riduce a un po’ di libertà di espressione, non fatevi impressionare. Guardate l’Italia, vi basta adottare un sistema elettorale proporzionale e poi chi governa lo decide comunque il gruppo dirigente del paese. Adottate il sistema dello stato di diritto, poi selezionate giudici indottrinati e cretini e lo stato di diritto ve lo rigirate come volete… non è una dramma… 

Certo con la libertà di espressione, diventate più permeabili ai tentativi di destabilizzazione tipo quelli che voi fate in occidente da anni… Ma STACCE , voglio dire: è anche bello smettere di avvelenare gli avversari politici e invece dargli del pirla nei talk show. 

Potete chiudere la guerra in Ukraina con un bilancio non così male: avete dimostrato sul campo con i Kinzhal che avete più deterrenza degli Usa perché i nostri Patriot non vi intercettano e perchè non abbiamo ipersonici Mach 12. D’altro canto , vi siete ritirati da nord, non riuscite a prendere Mariupol, cambiate generale… questa si chiama “sconfitta”.  

Ma guardiamola da vicino questa sconfitta. Chi vi ha sconfitto? I cosacchi. I soldati ”russi” per eccellenza, gli ucraini, siete stati sconfitti da quella parte di voi che vuole un po’ di benessere e di democrazia senza esagerare. Tanto lo stupidario delle influencer che strappano le borse di Chanel ce lo avete già, vi basta diventare simpatici come gli ungheresi e cominciare a lavorare per il sogno di un’Europa unita e libera.

Le cose stanno esattamente così, più 40.000 morti.

È ora di far basta.

lunedì 4 aprile 2022

Cronache della disfatta russa




di Monica Montanari

Giustamente Facebook e Twitter sono piattaforme editoriali, non strumenti di libertà d’espressione. Dunque torno al buon vecchio blog, per sottoporvi queste immagini in sequenza. L’una ritrae una strada di Bucha disseminata di cadaveri. Gente normale, come noi, sorpresa dalle bombe un mese fa mentre tornava dal supermercato, mangiava la minestrina, faceva il caffè… No, questi uomini non sono stati solamente colti di sorpresa, sono stati ammazzati con chissà quale routine del terrore. 

Molti hanno parlato di orrore e crudeltà. Più probabilmente si tratta di vertigine dell’annientamento, annientamento di tutto, compreso se stessi: quel cupio dissolvi che assale armate disfatte e umiliate. Uccidere lasciando le spoglie nel fango, sull’asfalto, come cosa di poca importanza, col gusto dello scempio. 

La Russia è stata battuta, lo dicono queste immagini, vinti i suoi uomini mandati a piegare uno Stato indipendente, vagheggiando forse le sfilate dei carri armati sovietici di ieri a Praga e in Ungheria. Oggi non più, gli ucraini sono stati un osso troppo duro per i denti russi. 

Fedele alla linea di negare, negare anche davanti all’evidenza, la Russia che un mese fa negava ridendo l’intenzione di invadere l’Ucraina, la Russia che tutt’ora nega offesa di star conducendo una guerra, ora nega di aver la responsabilità dell’uccisione delle vittime buttate per strada a Bucha. 

Come sorprendersi.

Per questa guerra, l’escalation è segnata, inevitabile e non ci lascerà scelta. Gli occidentali rimpiangeranno di non essere scesi in campo subito, per dare la misura della contrapposizione, un ceffone ben assestato. Così non è stato e, quando lo faranno, perché lo faranno, si saranno già consumate centinaia di tragedie come quella di Bucha. 

L’immagine di Zelensky è stata presa oggi con screenshot dalla home di Corriere.it, dà conto della sua visita a Bucha, la sua espressione dice tutto. 



lunedì 9 ottobre 2017

Catalunya Civil

Alla vigilia della dichiarazione di indipendenza attesa per domani dalle autorità Catalane, e all'indomani della massima copertura mediatica riservata alle manifestazioni unioniste, la Catalogna scende nelle priorità dei media. La Repubblica ha addirittura eliminato la voce di menù riservata alla questione indipendentista.

Evidentemente i pezzi urlati sulle manifestazioni filogovernative di ieri sono stati poco cliccati. Possibile che nessun grande media segua la cosa? Vado su twitter per aggiornarmi e mi viene in mente che io un blog ce l'ho.

Ecco che Tramatlantico ritorna per dare informazioni fresche dal momento che altri non lo fanno.

Intanto come si vede dal tweet sottostante è attesa un'adunata indipendentista domani sera alle diciotto davanti al palazzo del Parlamento. Si attendono novità dall'Assemblea riunita secondo procedure particolari per aggirare i divieti posti dai tribunali di Madrid.
Ecco il tweet.



Intanto il pressing sui catalani si è fatto estremo per farli sentire isolati. Capi di stato e media di tutto il mondo occidentale solidarizzano con Rajoy. Sfilano i nazisti a braccio teso contro la Catalogna in fermento e le multinazionali fanno la loro parte annunciando o iniziando ad abbandonare il territorio.
Qui sotto ecco i simpatici unionisti.



Mentre però le multinazionali reggono il gioco centrale, le piccole e medie imprese catalane non sembrano preoccupate anzi, c'è chi annuncia per esse una nuova era di sviluppo e progresso. Si veda su La Repubblica l'intervista di Ramir De Porrata Doria, proprietario di Keonn.

Ultima carta in mano agli unionisti, la disinformazione giocata su tre cardini: i catalani sarebbero razzisti e xenofobi secondo le dichiarazioni di ieri del premio nobel per la letteraratura Vargas Llosa, sarebbero contro l'Europa (varie dichiarazioni su twitter), sono protetti e sostenuti da Putin per l'obbiettiva convenienza di quest'ultimo a indebolire l'Occidente. 

Catalunya ha all'attivo, invece, la radicalizzazione della maggioranza dei suoi cittadini, il sostegno proveniente dal Venezuela e da Assange  (il super hacker ribelle), la Storia: quando le lotte indipendentiste diventano corali e di popolo vincono sempre; e la Verità: i catalani sono una popolazione allegra, libertaria, da sempre repubblicana ed europeista. Il vento nei capelli ce l'hanno loro.

Molto ritwittato il monito di un immigrato russo che ho scoperto su Formiche. net:
Il cittadino russo residente a Tarragona, durante le proteste dello sciopero generale del 1 ottobre, ha detto: “Non avete idea di cosa significa colpire il popolo […] Non sapete cosa è successo in Russia. Presto avrete le armi qui. Vi daranno le armi, vedrete”. Ai poliziotti che erano presenti ha detto: “Per colpa vostra, avrete la guerra qui”.

Ma a nessuno sembra importare. Se non concedono l'indipendenza alla Catalogna, o peggio faranno una guerra per impedirla, la perderanno come tutte le guerre di indipendenza e spaccheranno il fronte degli europeisti segnando la fine delle istituzioni europee. I nostri governanti lo sanno, ma per il club delle elites al potere nei vari Paesi, meglio niente Europa che un'Europa dei popoli che taglierebbe il ramo su cui sono seduti.

domenica 4 giugno 2017

Fermatela! Anna Falcone e i disastri del "NO"

Anna Falcone pasionaria del NO a Ottoemezzo ci riprova, voce garrula e bocca a cuore a intonare la canzone costituzionale e democratica per chiedere il ritorno al voto di preferenza che porterebbe in Parlamento un numero maggiore di delinquenti rispetto all'attuale. Mentre si diffonde la notizia tecnicamente vera e sostanzialmente falsa dell'abolizione dei capilista bloccati, il Paese si avvia verso un appuntamento elettorale ridotto a rito di autocoscienza collettiva.