Irap e cuneo fiscale sono i chiodi fissi di Confindustria. La battaglia combattuta inutilmente fino dai tempi del primo governo Prodi.
Boccia offre così a Renzi l’occasione di concedere lo sconto cuneo sui giovani per tre anni e poi essere accompagnato alle elezioni politiche tra rose e fiori dai media vicini alla massima organizzazione padronale (anche quelli di Cairo?) magari con il bonus della spina staccata ai 5 stelle: un trionfo.
Proposta faustiana per un Matteo Renzi ben consapevole che implicherebbe o alzare l'Iva o ripristinare l’IMU sulle prime case e dunque lo snaturamento del suo profilo politico programmatico.
Ma servirà a sbloccare l’Italia?
Una diminuzione del cuneo di certo agevolerà le imprese nella competizione internazionale ma non è un incentivo all’innovazione e allo sviluppo e richiederà di venire compensato con nuove tasse sulla genericità dei cittadini aggravando le condizioni dell’edilizia.
Perché Boccia non chiede un affondo sul tema liberalizzazioni, abbattimento della burocrazia difensiva, semplificazione e buone pratiche amministrative?
Non piacerebbe anche a lui vivere in un mondo dove una piccola cooperativa di tre persone non sia costretta a un esborso fisso annuale di 5 mila euro per la contabilità ordinaria? Dove non sia necessario addossarsi la montagna attuale di adempimenti burocratici? Dove chi vuole può mettersi alla prova su un’idea imprenditoriale dalla sera alla mattina? Dove si aprono possibilità e finestre nuove, dove si comincia a respirare, dove si dice basta ai protezionismi e agli interdetti?
Non dovrebbe venire da Confindustria la richiesta più forte su questo terreno? Siamo ancora a chiedere soldi pubblici che non ci sono? La marginalizzazione globale della struttura industriale italiana trapela anche da questo.
Monica Montanari
Fonti e Documenti
Relazione di Vincezo boccia su Adnkronos
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