sabato 28 gennaio 2017

Siamo in campagna elettorale: ecco il discorso di Renzi

Renzi non risponde a D'Alema, non ne ha bisogno. A rispondere per lui è l'ovazione dei sindaci di tutta Italia. Quando Matteo Renzi compare in maglioncino e camicia con le maniche rimboccate, dalla platea sale un'esultanza liberatoria, come il nuovo inizio di una storia solo interrotta.




Ecco il resoconto del discorso di riapertura della stagione politica, fatto da Matteo Renzi a Rimini alle ore 18.00 del 28 gennaio 2017.

Per Jessica morta sotto la valanga di Rigopiano e per Fabrizia morta nell’attentato di Berlino, due democratiche che credevano nel cambiamento di questo Paese, questo incontro è dedicato a loro.

Rigopiano e terremoto: si può sempre fare meglio, i sindaci lo sanno bene. Non servono le difese d’ufficio. Ma bisogna denunciare lo sciacallaggio incredibile di chi ha buttato fango su volontari, esercito, polizia, vigili del fuoco, finanzieri soccorso alpino. Se vogliamo cambiare le cose nel settore della protezione civile e del dissesto idrogelogico dobbiamo pensare a un progetto di lunghissimo periodo come Casa Italia con Renzo Piano.

I nostri avversari non sono i cosiddetti populisti, ma coloro che giocano le carte della superficialità e della paura.

Il problema è il cambiamento veloce e vorticoso della globalizzazione. La più grande comunità politica d’europa, noi del PD, non può non farsi carico di dare risposte per far giocare all’Italia un gioco da serie A.

I nostro compito sarà far vincere la proposta e non il disfattismo.

La città è luogo di ripartenza e resistenza alla spersonalizzazione. Civitas e non Urbe. Chiamare a raccolta gli amministratori significa questo.

Dobbiamo sostituire in Europa, al patto di stabilità, il "patto di comunità" e lo possiamo fare se useremo il piano Junker per ristrutturare le periferie. Perché il terrorismo esce dalle banlieu parigine e dal Mollenbeck belga. Dobbiamo dunque chiedere alla UE uno sguardo diverso. Restituire alle periferie un senso di appartenenza è il compito del PD nelle città. A questo fine proponiamo non il reddito di cittadinanza, ma il reddito di inserimento: due anni di paracadute per cercare un nuovo lavoro. E in questi due anni ti faccio fare formazione.

Vogliamo cioè investire in un atteggiamento proattivo.
Insomma non vogliamo i catrastrofisti e i rassegnati.

La globalizzazione ha creato ingiustizie - è vero - ma se crediamo nel progressismo non possiamo non credere nel domani.

C’è un modo per evitare il caos: arrivare al 40 per cento (ovazione in sala). A battercela alle elezioni saremo in tre: l'area della destra, Grillo e noi. Non attacchiamo chi ci è più vicino, concentriamoci sulla realtà e sull'Italia.

Parlare dei veri problemi del Paese.
Spiegare all’esterno cosa vogliamo fare.

Attaccare il M5S per le Olimpiadi mancate e per il contratto che blinda la libera volontà dei loro rappresentanti ma non sull’avviso di garanzia.

Sul terreno della giustizia sociale voglio rivendicare il record assoluto raggiunto nel 2015 con 14 miliardi di evasione recuperata mentre già si profila per il 2016 un nuovo record: 17 miliardi. È questa la miglior risposta a chi criticava la nostra visione del “fisco amico”.

In tutto questo e per tutto questo i sindaci animati da concretezza, proposta e visione delle cose da fare saranno la struttura portante del partito superando la logica delle correnti.

Sono molto contento di essere riuscito a non rispondere sulle questioni su cui i giornalisti erano ansiosi di sentirmi parlare. (Risa in sala)







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