giovedì 16 febbraio 2017

La minoranza perde la battaglia sui capilista bloccati: si annunciano menzogne sul reddito di cittadinanza

Nella notte un voto interno dell’assemblea dei deputati Pd ha messo fine ai giochi in fatto di capilista bloccati e le conseguenze del voto già si vedono. Ad Agora, il talk di Rai 3 del mattino, Sergio Cofferati e Pippo Civati davano inizio alla campagna elettorale - la sensazione era esattamente questa - incentrando i loro interventi sulla necessità di dare un reddito a chi non l’ha.
Cosa di più elettoralistico e falso considerate le finanze pubbliche?
Appunto. 



Di fatto la chiusura sui capilista bloccati questa notte in poche ore ha cambiato il clima e sembra aver precipitato gli eventi accelerando la fuoriuscita della minoranza, aquendo il clima da campagna elettorale e cominciando a legittimare le menzogne propagandistiche.
Ma andiamo con ordine.

Durante la notte verso le due, è successa una cosa passata sotto silenzio ma fondamentale. L’assemblea dei deputati Pd alla Camera dei Deputati ha votato - 115 favorevoli e 41 contrari - per non mettere a votazione un ordine del giorno del bersaniano Enzo Lattuca.

Sostenuto da 60 firme, l’ordine del giorno Lattuca impegnava l’assemblea dei deputati PD contro i capilista bloccati previsti dall’Italicum anche dopo le modifiche dalla Consulta. 

Ma il colpo di mano è fallito.



L’encomiabile Ettore Rosato ha sventato la manovra spiegando che comunque se anche l’Assemblea dei deputati Pd si fosse espressa contro i capilista bloccati avrebbe ottenuto il solo risultato di cristallizzare e attuare la spaccatura del partito. Bisogna sapere che l’assemblea dei deputati di un partito non ha poteri vincolanti sul voto vero in Parlamento e dunque se anche la bocciatura dei capilista bloccati  fosse stata decisa dall’Assemblea dei deputati Pd poi i renziani avrebbero votato insieme a quelli di altri partiti per mantenerli.

Il voto finale dell’Assemblea contrario alla votazione dell’ordine del giorno Lattuca risultava così presa d’atto dei rapporti di forza con effetti imprevisti.

Non solo infatti ha messo fine alla questione su cui la minoranza stessa ha innescato il braccio di ferro: il potere della segreteria di scegliere 100 dei futuri parlamentari PD. Ha rimesso in modo gli eventi facendoci entrare nel prossimo futuro politico.

Tramontate le speranze della minoranza in uscita di restare politicamente viva all’interno del partito, già stamattina non le restava che una strategia di competizione per aggiudicarsi voti nel bacino elettorale Pd accordandosi a quanto già stanno tentando di fare i fuoriusciti dei mesi scorsi.  Ecco dunque Cofferati e Civati rivendicare la necessità di dare un reddito ai senza reddito a fronte della evidente impossibilità delle finanze pubbliche anche solo di sfiorare un simile obbiettivo.




Chi scrive viaggia per lo più tra “senza reddito” a “reddito schifosissimo” e come elettore una cosa l’ha chiara: quelli che promettono di metterci soldi in tasca mentono.
Mentono perché dare un reddito a chi non l’ha è incompatibile con le finanze dello Stato.

Noi senza reddito lo sappiamo: quelli che promettono investimenti finiscono con le tasse sulla casa a farti vivere in uno sgabuzzino.

Noi senza reddito lo sappiamo di avere una unica possibilità, che il lavoro riprenda a girare come ha fatto nella prima metà del 2016 con dati che hanno portato a un insperato 0.9 di crescita del Pil quest’anno.
Bravo Renzi, con lui la crescita. Senza di lui tutto si è fermato. E noi lo rivogliamo, perché per noi senza reddito l’unica speranza è lui.

Monica Montanari





Fonti

Assemblea deputati voto contro ordine del giorno Lattuca sul Corriere della sera
Assemblea deputati voto contro ordine del giorno Lattuca su Il Sole 24 ore




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