venerdì 24 febbraio 2017

La riscossa del popolo del sì: ecco perché il momento è adesso

Allucinante il livello del dibattito ieri in tv. Bisogna reagire e guardare in faccia la realtà, ovvero porre al PD un punto interrogativo gigante. Vuole diventare un vero partito? È in grado il PD di intercettare la visione comune dei 13 milioni di elettori espressisi per il Sì al referendum costituzionale?



In molti avranno visto l’allucinante puntata di "Otto e mezzo" su La7 ieri 23 febbraio con il solitamente passabile Tommaso Cerno prontamente riallineato su Travaglio nel sostenere che "la mucca in corridoio" è la domanda generalizzata di protezione e nel liquidare la battaglia per una democrazia competitiva come vecchia in quanto rimasta agli spiriti degli anni ’90. Oggi la situazione è cambiata, hanno argomentato, c’è povertà, non c’è crescita…. E dunque, con la logica del signor Veneranda deducono che siccome soldi non ce ne sono dobbiamo spargerne a piene mani… Pensiero non detto: mettiamo la tassa sulla prima casa e poi con quello che tiriamo su facciamo qualche provvedimento di calmierazione sociale.

Benvenuti nel futuro, Travaglio, Bersani e soci. Voi sì che siete avanti.

Non vale la pena nemmeno sprecare una parola per spiegare quanto questa ricetta sia alla base dei problemi del Paese e non una soluzione. Ormai questa cosa chi la doveva capire l’ha capita, per chi non la capisce non c’è speranza.

Dando per scontato che, per chi ha gli occhi ben aperti sulla realtà, il Paese vada rivoltato come un pedalino, dobbiamo chiederci con franchezza che possibilità vi siano di vincere questa battaglia.



Siamo chiari, fissiamo per punti la situazione:

1) Le dichiarazioni di ieri di Emiliano a “L’aria che tira” ci rivelano la realtà del PD: un’alleanza programmatica dove nessuno si sente tenuto a rispettare una linea a meno che non sia stata prefissata e concordata nel programma.

Significa che a statuto vigente, può vincere un segretario o l’altro, ma il programma di partito viene concordato tra correnti ed eventuali iniziative del segretario eletto con le primarie non saranno rispettate dai dissidenti.

Chiarito questo, la prima cosa da modificare nel partito prima di fare conferenze programmatiche o primarie è modificare questo aspetto dello statuto.

Se questo aspetto dello statuto non viene cambiato, la possibilità per Renzi di fare Renzi sono zero perché anche riaggiudicandosi segreteria, leadership e presidenza del consiglio non verrà seguito dall’intero partito.

Risultato: Riforme vere, nessuna.

2) Il parlamento non modificherà la legge elettorale uscita dall’intervento della Consulta. Non lo farà anche se si dovesse andare a elezioni tra un anno. Bersani tentò già questo giochino con Napolitano quando la Consulta bocciò il referendum elettorale di Di Pietro nel gennaio 2012. Promise una legge elettorale per prendere tempo e non la fece.

Al momento il Pd non riesce nemmeno ad accordarsi su un sostituto della Finocchiaro alla Commissione Affari Costituzionali e ieri è stata disdettata la data del 27 febbraio per la discussione della legge nuova legge elettorale.

Bene che vada le camere riusciranno ad alzare la soglia di sbarramento come è stato proposto ma nulla di più.

Si andrà a votare dunque con una legge che qualora nessuno arrivi al 40% costringerà Renzi a governare con l’appoggio - quanto affidabile lo sappiamo -  di Forza Italia.

Risultato: Riforme vere, nessuna.



3) Qui per smantellare gli orticelli e le posizioni protette nel Paese, e fare dell’Italia uno Stato normale senza le ingiustizie di chi è ammanicato e chi no, c'è una sola possibilità : occorre arrivare al 40%. Bisogna chiamare a raccolta il Popolo del Sì.

Non resta che chiedeersi: il PD dei veti incrociati e delle carte bollate è lo strumento giusto? Andranno al Lingotto in tanti, c'è da sperarlo, ma il primo problema da porre a Renzi è questo.

E intanto nell'Italia che ha detto "sì alle riforme, e con i capi, sempre che ce ne siano, si cominci a pensare a una grande manifestazione di massa nelle strade del Popolo del Sì.


Monica Montanari





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