giovedì 2 febbraio 2017

Napolitano contro elezioni anticipate: spieghiamo il perché

Se Giorgio Napolitano contraddice Matteo Renzi chiedendo di evitare le elezioni anticipate lo fa per antico riflesso di fedeltà alla vecchia guardia del suo partito.




Il Presidente Giorgio Napolitano - “re” finché si vuole - ha una lunga consuetudine di disciplina di partito. Altrimenti non avrebbe premuto sulla Consulta - su insistenza di Bersani - perché nel 2012 la Corte bocciasse il referendum Di Pietro contro il Porcellum.

Avremmo potuto avere fin da allora il Mattarellum e non saremmo a questo punto.



Napolitano è stato un grandissimo Presidente della Repubblica ma quella sentenza della Consulta contro il referendum anti-porcellum fu un errore. Di più.

Fu “L’ERRORE”.

Eh sì, per disciplina di partito, anche Napolitano sbaglia.

Che la Consulta bocciando i referendum anti - porcellum avesse voluto compiacere il Presidente Napolitano lo disse a chiare lettere l’ex pm Antonio Di Pietro:

«Una sentenza che serve solo a fare un favore al capo dello Stato.»

Ecco come Mario Segni commentò la decisione di non permettere i referendum contro il porcellum: 
«Una sentenza politica e non giuridica. La Corte si è fatta spingere da forti pressioni politiche. Vedrò quali motivazioni giuridiche ci possano essere, staremo a vedere. È un giorno triste, io sono addolorato perché questa era una soluzione al problema di quella legge schifosa che è il porcellum. L’Italia ha perso l’occasione per sbarazzarsi di una delle sue peggiori leggi. Tra qualche giorno tutti parleranno di altro.»



Tutta la pressione successiva di Napolitano sulle riforme si spiega con il fatto che Bersani gli promise allora che avrebbe fatto la riforma elettorale e poi non la fece.

Quella promessa tradita indusse Napolitano a fare tre cose:

1) non dare l'incarico a Bersani nel 2013:

2) sostenere Renzi:

3) porre l'aut aut al Parlamento: torno al Quirinale se vi impegnate sulle riforme.

Ora Napolitano di sfasciare il partito non se la sente, tutto qua. Disciplina della vecchia guardia verso la vecchia guardia. Ma come nel caso del referendum la disciplina di partito non è buona consigliera.



Monica Montanari







Fonti

Il Fatto Quotidiano, 12 gennaio 2012


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