lunedì 6 marzo 2017

Antirenziani disposti ad affondare il Paese per una poltrona. Anzi parecchie

La stampa libera intona il coro e assedia Matteo Renzi. Eugenio Scalfari, Ezio Mauro, Stefano Folli, Michele Serra, Massimo Giannini, Federico Rampini scrivono tutti lo stesso articolo.
A lanciare l’allarme su Twitter è e Fabrizio Rondolino e a ben vedere ha ragione.





Due le costanti:  il lamento per il suicidio della democrazia - da essi stessi causato per non aver additato al pubblico la necessità ineludibile di votare Sì al referendum del 4 dicembre - e le geremiadi contro un Renzi incapace di raccogliere le istanze di tutte le componenti della sinistra. Leggasi : date una sedia a Bersani e soci; levate i capilista bloccati.



Persino il vecchio Umberto Bossi sente puzza di bruciato nell’assedio a Renzi.

Renzi sta togliendo gli strapuntini da sotto le natiche di chi si è spartito il Paese da sempre.
Di cosa meravigliarsi?

Sotto le sembianze del biasimo estetico per il regionalismo della classe dirigente Renziana, Mauro invoca un disegno che unisca le anime della sinistra.
Scalfari chiede un premio alle coalizioni e un’alleanza elettorale tra tutte le anime della sinistra.
Folli insiste: «la nevrosi degli ultimi tempi dovrà lasciare il campo a una politica di riconciliazione con il mondo del centrosinistra allargato».
Serra se la prende con «una leadership chiusa e incapace di collegialità».



Tutto questo in pochi giorni, un vero assalto, un vero assedio. Gli statisti nascono quando sanno affrontare il pressing e resistere senza cedere terreno. Gli attacchi di oggi sono per Renzi l’occasione di una sfida da vincere.




Fonti e Documenti

Umberto Bossi sente puzza di bruciato su Il Fatto Quotidiano


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